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DESCRIZIONE

L’area interessata dal progetto per la Casa del Samaritano si colloca a sud-est del centro abitato di Minervino Murge, nelle prossimità del tracciato della ex Strada Statale 170 di Castel del Monte, attuale Strada Provinciale 7, che ha origine nella provincia di Barletta-Andria-Trani, proprio presso Minervino, e attraversa tutta la parte occidentale dell’altopiano delle Murge. Il sito oggetto di intervento si caratterizza, dunque, lungo il suo lato orientale, per la vicinanza al tracciato della SP7, ad ovest è delimitato da una diramazione della strada provinciale e, a nord e sud, confina con altri lotti a destinazione agricola.
L’intervento, nel pieno rispetto delle caratteristiche ambientali e della naturalità del sito, assume un’importanza strategica per la valorizzazione di un contesto di particolare rilievo paesaggistico, che ben si presta ad ospitare le funzioni riabilitative di un’area a servizi di rango regionale.
L’ideogramma progettuale architettonico della Casa del Samaritano, ci riconduce a tre temi-guida:
1. le curve di livello che conformano l’andamento planimetrico del sito;
2. l’abbraccio come metafora architettonica;
3. gli jazzi e i lamioni, come morfo-tipologie architettoniche della cultura contadina e pastorale della Murgia.
Alla luce di questi temi, l’impianto a settore circolare utilizzato per lo sviluppo planimetrico del corpo di fabbrica principale, è risultato l’elemento geometrico che ne interpretava più efficacemente la sintesi.
Il fulcro dell’edificio è lo spazio centrale, adibito a reception, dal quale si accede ai locali per lo svolgimento delle attività collettive, quali: la sala di fisioterapia, la mensa, la cucina, gli uffici, la sala lettura, gli ambulatori medici.
Dall’asse principale dell’edificio si diramano due ali simmetriche, corpi laterali gemelli che ospitano le camere dei degenti, con due posti-letto per camera, con inclusi bagno e terrazzino privato.
Il corridoio di distribuzione è fiancheggiato da un pergolato continuo, posto come filtro fra il corpo di fabbrica e la seconda fascia di vegetazione, che caratterizza lo spazio centrale del complesso edilizio.
Percorrendo l’asse trasversale dell’edificio, attraverso un pergolato ligneo, si giunge alla piccola Chiesa del Samaritano, parte integrante del complesso.

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IL PERCORSO DELLE ESSENZE

Uscendo dal corpo di fabbrica principale, si accede ad un percorso, coperto con una pergola lignea, dai cui lati ci si inoltra nella seconda fascia di vegetazione, detta ’Percorso delle Essenze’.
Questo spazio, pensato come luogo di sosta e di meditazione, nasce per coniugare i benefici della vita all’aperto con la stimolazione sensoriale, intese come ausilio terapeutico alla riabilitazione psicomotoria degli ospiti.
Questo luogo si compone di due ambiti: uno con un più spiccato carattere di naturalità spontanea, composto da specie arboree (Quercus pubescens L.) e arbustive (Rosa sempervirens L., Rosa canina L., Arum italicum Mill., Cyclamen hederifolium Aiton), l’altro, ad organizzazione orticola con le erbe aromatiche (Asparagus acutifolius, Origanum vulgare, Salvia pratensis, Thymus capitatus, Rosmarinus officinalis, Satureja cuneifolia).

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LA CHIESA DEL SAMARITANO

Proseguendo lungo l’asse trasversale dell’edificio, attraverso un pergolato ligneo esterno, si giunge alla piccola Chiesa del Samaritano. L’impianto a navata unica trova i suoi principali riferimenti nelle cappelle di campagna solitamente annesse ai complessi delle masserie.
Posta all’incrocio degli assi cardinali strutturanti il complesso, la Chiesa ha il transetto orientato lungo l’asse est-ovest e la navata lungo l’asse nord-sud.
Lo spazio è caratterizzato da una luce zenitale, proiettata all’interno della chiesa attraverso le due pareti parallele che perimetrano la navata, quella esterna realizzata in pietra di Minervino, quella interna sospesa in setti di cls armato di colore bianco. L’ingresso, posto a sud, è raggiungibile dall’esterno attraverso un sagrato in pietra, alberato (Quercus ilex L.), e dotato di panchine per la sosta.
Alle spalle dell’altare sono collocati i vani di servizio e, lungo il prospetto nord, l’ingresso secondario, dal quale si accede alla piazza posteriore in continuità con le linee del sagrato.
Sulla piazza si erge il campanile interamente in pietra con, alla sommità, una gabbia in acciaio Cor-Ten, all’interno della quale sono poste le campane raggiungibili con una scala a chiocciola anch’essa in acciaio.
La piazza pavimentata in pietra è caratterizzata dalla presenza di specie arboree (Olea europea var. sylvestris L., Quercus trojana Webb, Quercus frainetto Ten., Quercus cerris L.) in asole verdi con panchine.

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LE OPERE DI RIQUALIFICAZIONE AMBIENTALE E LE SCELTE VEGETAZIONALI

L’impianto della vegetazione assume un ruolo preponderante nella proposta di progetto, in particolar modo con la finalità a un tempo di conferire un’elevata qualità ambientale a tutto il complesso e di salvaguardare le peculiarità paesaggistiche del sito, con particolare riferimento alle finalità espresse dalla legge istitutiva del Parco nazionale dell’Alta Murgia, D.P.R. 10.03.2004 – GU 01.07.2004, n. 152, Allegato A – Disciplina di tutela del Parco nazionale dell’Alta Murgia, Art. 2. Tutela e promozione per lo sviluppo sostenibile:
a) “la conservazione di specie animali e vegetali, di associazioni vegetali, (…) di singolarità geologiche, di formazioni paleontologiche, di comunità biologiche, di biotopi, di processi naturali, di equilibri idraulici ed idrogeologici”;
b) “la salvaguardia e la valorizzazione di valori paesaggistici del territorio, di testimonianze storiche dell’antropizzazione, di manufatti e sistemi insediativi rurali, di paesaggi”;
c) “l’applicazione di metodi di gestione e di restauro ambientale idonei a mantenere un’integrazione tra uomo e ambiente naturale, anche mediante la salvaguardia dei valori antropologici, archeologici, storici e architettonici e delle attività agro-silvo-pastorali e tradizionali”;
e) la difesa e la ricostituzione degli equilibri idraulici e idrogeologici, superficiali e sotterranei”;

e dalle misure di mitigazione suggerite nel parere paesaggistico favorevole ex art. 5.03 del PUTT/p, da parte del Settore Urbanistica della Regione Puglia, Deliberazione di G.R. n. 1622 del 04.11.2003:
– Gli habitat di pregio della flora locale, presenti sull’area oggetto di intervento, siano il più possibile preservati al fine di consentire lo sviluppo e/o la ricostituzione del patrimonio botanico-vegetazionale autoctono.
– Siano messe a dimora alberature d’alto fusto della flora locale al fine di mitigare l’impatto visivo delle opere in progetto.
– Siano limitati al minimo indispensabile i movimenti di terra (sbancamenti, sterri, riporti) al fine di non modificare in maniera significativa l’attuale assetto geomorfologico d’insieme e conservare, nel contempo, l’assetto idrogeologico complessivo delle aree oggetto di intervento. In particolare, compatibilmente con le esigenze progettuali, in sede di progettazione esecutiva dovranno essere opportunamente tutelate, soprattutto nella sistemazione delle aree a verde, i lembi di terreno con presenza di roccia affiorante al fine di non modificare in maniera significativa l’attuale configurazione paesaggistica dei luoghi; i tracciati viari dovranno seguire il più possibile le pendenze naturali del terreno; i materiali di risulta, rivenienti dalle eventuali operazioni di scavo, siano allontanati e depositati a pubblica discarica.
– In sede di progettazione esecutiva siano salvaguardati il più possibile gli elementi “diffusi nel paesaggio agrario” aventi notevole significato paesaggistico come definiti dall’art. 3.14 delle N.T.A. del P.U.T.T./P., ovvero le piante isolate o a gruppi, sparse, di rilevante importanza per età, dimensione, significato scientifico, testimonianza storica; le alberature stradali e poderali; le pareti a secco, con relative siepi, di divisione dei campi, di delimitazione delle sedi stradali.

Il progetto del verde prevede, dunque, la totale conservazione degli esemplari arborei ed arbustivi esistenti, integrando gli stessi con la sola piantumazione di specie tipiche della macchia mediterranea (murgiana). Questo intendimento ha condotto le scelte progettuali verso una strutturazione del progetto di suolo a gradiente: le aree verdi più prossime ai manufatti architettonici hanno funzione di mitigazione degli stessi rispetto al paesaggio circostante, di contro, le restanti aree verdi hanno lo scopo di integrare ed arricchire il patrimonio vegetazionale arbustivo e arboreo esistente.
La scelta delle specie vegetali ha tenuto conto di diversi fattori:
– la preferenza verso specie arboree e arbustive autoctone, la cui adattabilità alle condizioni pedoclimatiche del sito è garantita;
– la funzione paesaggistica e la compatibilità dei gruppi vegetazionali;
– la reperibilità sul mercato;
– le basse esigenze colturali.

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CONSIDERAZIONI CONLCUSIVE

Intervenire progettualmente in un luogo periurbano indubbiamente implica la necessità di assumere una visione paesaggistica in grado di interpretare l’attività dell’uomo e i connessi impatti che questa comporta sul paesaggio, in una dimensione allargata di tipo relazionale. Questo approccio impone che l’oggetto dell’osservazione non sia il manufatto architettonico – quale fenomeno singolo e puntuale sul territorio – quanto piuttosto il contesto nel quale esso si colloca, tanto che si tratti di un contesto paesistico, in questo caso la condizione di prossimità al sistema naturale del Parco Nazionale dell’Alta Murgia, quanto che si tratti di un contesto urbano, il manufatto architettonico con i suoi elementi vegetazionali come elemento di connessione tra la città e la campagna periurbana.
Pertanto, la dimensione propositiva allargata della presente proposta tenta di superare la mera presa d’atto del tema degli impatti delle attività umane sul territorio, con la conseguente posizione vincolistica, cercando invece un approccio che sia ispirato da una precisa intenzionalità di integrazione con il territorio.

Il progetto inoltre tende a perseguire l’obiettivo di qualità paesaggistica definito per l’ambito dell’Alta Murgia dalla proposta di PPTR (approvata con DGR 1 del 2010 al fine di conseguire lo specifico accordo con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali previsto dal Codice e per garantire la partecipazione pubblica prevista dal procedimento di Valutazione Ambientale Strategica). Ciò tenendo dunque conto degli altri obiettivi di qualità paesaggistica definiti per l’ambito dalla proposta di PPTR, con particolare riferimento ai seguenti:
1. Sviluppare la qualità ambientale del territorio;
5. Valorizzare il patrimonio identitario culturale-insediativo;
7. Valorizzare la struttura estetico-percettiva dei paesaggi della Puglia.