null
INTRODUZIONE

E’ da decenni ormai che nel nostro paese, allineandosi ad altre nazioni europee, si tende ad un nuovo approccio non settoriale alla programmazione – progettazione – costruzione di infrastrutture nel territorio, con un interesse sempre maggiore per gli impatti fisici e sociali che queste possono determinare nei contesti dove e per i quali vengono realizzate.
Il progetto ha inteso misurarsi con queste criticità cogliendole come occasioni per ribaltare l’idea di mitigare gli impatti delle opere sul paesaggio, optando per una scelta nella quale l’intervento stesso possa diventare un nuovo paesaggio valorizzando i contesti che attraversa e creandone di nuovi.
La Valorizzazione e Riqualificazione del Paesaggio Costiero può diventare in tal modo l’opportunità:
(i) per costruire nuova naturalità;
(ii) per migliorare la fruizione dei valori patrimoniali del territorio attraversato, favorendo e promuovendo la diffusione della rete ciclabile (iii) per elevare la qualità paesaggistica complessiva nelle relazioni tra infrastruttura e beni patrimoniali ambientali e culturali presenti nel contesto;
(iii) per favorire la fruizione dei territori e incentivare itinerari turistici.

null
DESCRIZIONE DELL’INTERVENTO

Gli insediamenti di Torre San Gennaro, Presepe, Cipolla, Lendinuso e Canuta si sono sviluppati ed estesi nei terreni a “margine” dei bacini lagunari e palustri, dei corsi d’acqua e del sistema dunale che caratterizzano questo tratto di costa, alterandone la natura ed indebolendo le difese naturali, dall’altra la mancanza di cura e manutenzione del territorio e dei corsi d’acqua, hanno provocato, specie negl’ultimi anni, una progressiva erosione dell’intero tratto costiero ad esclusione del tratto situato a Nord dell’abitato di Torre San Gennaro caratterizzato da una falesia alta, protetta da frangiflutti a mare.
In particolare dallo studio analitico del sistema costiero è emerso un territorio idro-geologicamente vulnerabile caratterizzato dalla perdita degli equilibri idro-morfologici.
Per avere la misura dello stato di vulnerabilità della costa basti ricordare le conseguenze prodotte dall’alluvione del 2 e 3 novembre del 2010 riportate nelle foto e negli articoli dai principali quotidiani locali.
Con la finalità di pervenire ad una proposta progettuale finalizzata alla “Valorizzazione e Riqualificazione Integrata del Paesaggio Costiero di Torchiarolo” e in risposta alle richieste dell’Ente banditore si è proceduto con un intervento di rigenerazione integrata dell’intera costa comunale, attraverso i seguenti interventi.
Riqualificazione infrastrutturale dei centri abitati con risistemazione e realizzazione di isole pedonali, marciapiedi servizi ai residenti/turisti; Razionalizzazione del sistema viario, di accesso alle marine, con l’individuazione di pendoli trasversali alla provinciale ed inserimento sulla stessa arteria di rotatorie per meglio garantire la sicurezza stradale; Realizzazione di parcheggi di scambio, per i residenti – turisti, al fine di incentivare la mobilità lenta e la conseguente pedonalizzazione del centro urbano; Rinaturalizzazione degli ambiti naturali di pregio, con interventi di riforestazione e realizzazione di percorsi obbligati al fine di riequilibrare il rapporto uomo – ambiente naturale; Realizzazione di un doppio percorso sul fronte mare, ciclabile e pedonale, al fine di unificare il frammentato fronte urbano delle marine, partendo da Torre San Gennaro ed arrivando a Lendinuso passando per Lido Presepe e spingendosi sino alla Canuta. Tutti questi percorsi trovano sempre un collegamento diretto (lento) verso i parcheggi di scambio.
La creazione del Waterfront è il “leitmotiv” che ha ispirato il progetto per la Valorizzazione e Riqualificazione Integrata del Paesaggio Costiero di Torchiarolo.
Il progetto prevede la realizzazione di un Waterfront, a partire dal confine con il Comune di San Pietro Vernotico, lungo tutto il Lungomare esistente e fino a Piazza Garibaldi, i cui materiali usati sono ecocompatibili e tradizionali, messa a dimora di piantumazione di essenze vegetali ad alto fusto, realizzazione di pista ciclabile a due corsie, un nuovo impianto di illuminazione qualificante e arredo urbano; realizzazione di una passeggiata lungo il mare fatta e contenente anche piccoli slarghi per favorire la socializzazione, slanci verso il mare per godere della vista verso l’infinito del mare, con angoli di riposo. Il nuovo Lungomare è attrezzato con percorsi di accesso facilitato per i diversamente abili e con percorsi protetti per i non vedenti, anche mediante il posizionamento di strutture a loro espressamente dedicate, inoltre lungo il percorso si è previsto il posizionamento di aree dedicate al gioco dei bambini ed aree dedicate agli animali domestici.
Lungo questo nuovo percorso si incrocia la “Zona dei Pescatori”, l’area, attualmente estremamente degradata sotto il profilo ambientale e paesaggistico, è stata interamente riprogettata, prevedendo il suo diretto collegamento al lungomare, la creazione di una darsena, per meglio favorire lo stazionamento giornaliero delle piccole imbarcazioni dei pescatori e non, la realizzazione di un solarium fronte mare direttamente connesso con una pergola in legno lamellare sotto cui si collocano i banchi del mercato del pesce fresco in cui i pescatori potranno vendere immediatamente il pescato.
Proseguendo il lungomare si dirama in due percorsi, uno meramente naturalistico che su passerella lignea costeggia il mare, l’altro ciclo – pedonale attraversa le vie cittadine (oggetto di riqualificazione architettonica-paesaggistica) sino a re-incontrarsi e fondendosi in un unicum nella Piazza della Locanda, anch’essa oggetto dell’intervento che tornerà a ri-simboleggiare gli antichi fasti e a riconnettersi con il paesaggio circostante.
Il percorso continua verso una delle parti più suggestive di Torchiarolo: le “dune” e la “quatina”. Si dismette nella sua totalità il grande ed inutile nastro di asfalto “Viale delle Dune” in favore di un percorso naturalistico, fatto di materiali tipici della tradizione locale, altamente ecologici ma soprattutto drenanti. Il lungomare si trasforma in una strada parco, ciclo – pedonale (carrabile solo per i mezzi di soccorso) che lasciando la Piazza della Locanda si dirama in percorsi sinuosi nel paesaggio naturale, uno costeggia la duna parallelamente al mare e l’altro semi sospeso attraversa la “quatina” diventando allo stesso tempo elemento di collegamento tra l’abitato di Torre San Gennaro e quello di Lido Presepe, osservatorio eco-faunistico e allo stesso tempo garantisce, senza soluzione di continuità, il corridoio ecologico tra duna e quatina.
Il percorso “Lungomare” nella sua conformazione naturalistico – ciclabile – pedonale prosegue in località Cipolla fino al canale detto “Infocaciucci”. Anche in questa tratta il percorso progettato presenta punti di sosta e mirador per godere del panorama circostante, stalli per le biciclette, collegamenti con l’arenile privi di barriere architettoniche, collegamenti diretti con i parcheggi delle auto, anch’essi realizzati nel rispetto degli aspetti paesaggistici.
L’arrivo a Lendinuso avviene attraverso il superamento del canale detto “infocaciucci” con il nuovo ponticello in legno lamellare in sostituzione dell’esistente in cemento armato, atto a contenere entrambe le piste, ciclabile e pedonale, che in questo punto convergono e proseguono il cammino in aderenza nel momento del passaggio sul ponticello per poi diramarsi appena intersecata la Piazzale Nautico – Piazzale Panoramico Storico di Lendinuso nel centro abitato e lungo la costa. Il progetto prevede la riqualificazione architettonica e paesaggistica dell’ultimo tratto del canale attraverso il rivestimento delle pareti d’ambito con gabbionate in pietra.
Il Percorso Naturalistico con l’arrivo a Lendinuso riassume la sua conformazione di “lungomare”, i cui materiali usati sono comunque ecocompatibili e tradizionali, è prevista la messa a dimora di piantumazione di essenze vegetali ad alto fusto, realizzazione di pista ciclabile a due corsie, un nuovo impianto di illuminazione e arredo urbano, la realizzazione di una passeggiata lungo il mare fatta e contenente anche piccoli slarghi per favorire la socializzazione, slanci verso il mare per godere della vista verso l’infinito del mare, con angoli di riposo, arredi urbani. Naturalmente come per le località precedentemente attraversate, il progetto oltre al waterfront prevede la rigenerazione urbanistica- architettonica- paesaggistica dell’edificato attraverso la pedonalizzazione del fronte mare, un piano colore per gli edifici, la realizzazione dei marciapiedi e di tutti i servizi alla residenza. Molta importanza è stata data alle aree verdi di risulta, esistenti e di progetto. Queste si trasformano in veri parchi urbani attrezzati, con aree dedicate al gioco dei bambini, al tempo libero, con campetti polifunzionali, campi bocce, o per attività culturali, commerciali e turistici, in grado di rappresentare lo spazio della “socializzazione”.

null
LA COSTA DI TORCHIAROLO

La costa di Torchiarolo si sviluppa per 4.370 m, riprendendo i caratteri geo-morfologici della Penisola salentina, è caratterizzata da luoghi e territori molto diversi tra loro, alcuni di lunga e altri di recente formazione, aree naturalistiche di alto pregio e di grande funzione ecologica, e aree fortemente insediate. Fasce litoranee di sezioni molto strette si alternano a sezioni ampie, porzioni costeggiate da vegetazione e porzioni dai confini labili. Morfologicamente si caratterizza per l’alternanza di spiagge basse sabbiose, sabbioso-ciottolose e rocciose, con prevalenza delle prime e, la presenza di una falesia sabbioso-calcarenitica, che raggiunge localmente altezza max di ca. 4 m (fig. 2). Ulteriore caratteristico elemento è la presenza di sistemi dunali, sottoposti a forti, e in alcuni casi devastanti, modificazioni dell’assetto naturale.

Figura 2 – Morfotipi costieri del territorio di Torchiarolo. a) spiaggia bassa sabbiosa ciottolosa e sistema dunale retrostante sottoposto a importanti modificazioni dell’assetto naturale; b) falesia sabbioso-calcarenitica in evidente stato di erosione, con al piede spiaggia ciottolosa.
A nord nel territorio insiste la marina di Torre San Gennaro; sul versante esterno, in prossimità del confine con il comune di San Pietro Vernotico, la costa si presenta con falesia alta e spiaggia ai piedi delle dimensioni molto ampie (spiaggia nota come Mare te le Fimmine). A seguito di evidenti fenomeni di arretramento della spiaggia sabbiosa, negli anni novanta sono stati realizzati alcuni frangiflutti che hanno prodotto effettivamente un avanzamento dell’arenile e la formazione di conche protette. Più a sud il tratto costiero è occupata dalla darsena del Club Nautico di Torre S. Gennaro; si tratta di un’area destinata al varo di imbarcazioni e al rimessaggio, completamente realizzata sul banco di roccia affiorante (fig. 3).

Figure 3 – Darsena del Club Nautico di Torre San Gennaro, realizzata su banco di roccia affiorante.
Poco più a sud si estende una spiaggia, caratterizzata dalla presenza di una piazzetta pavimentata denominata “la Rotonda” e dalla presenza del sistema dunale e della palude sub marina detta Quatina. Tale spiaggia sabbiosa di adeguata profondità con retrostante banco dunale è attraversata in parte da un canale alluvionale intubato.

Figura 4 – Sistema dunale sullo sfondo della spiaggia; in primo piano lo sbocco a mare del canale alluvionale di collegamento con la zona retrodunale denominata “Palude Quatina”.
La zona retrodunale è costituita dalla cosiddetta palude “Quatina”, alimentata dal Canale Pilella, e delimitata a nord dalle costruzioni di Torre San Gennaro e a sud da quelle di Lido Presepe, mentre ad ovest da terreni agrari.

Figura 5 – Vista della Palude Quatina dalla zona dunale antistante; a destra l’abitato di Torre San Gennaro, a sinistra si intravedono le prime costruzioni di Lido Presepe.
Ancora più a sud inizia la costa denominata Lido Presepe, porzione di costa a prevalente falesia alta, superiore a m. 1,50, con in parte spiaggia sabbiosa-ciottolosa ai piedi e in parte costa rocciosa bassa (fig. 6).

Figura 6 – Falesia con spiaggia ciottolosa al piede in località Lido Presepe.
L’ultimo tratto di costa si estende dal canale Infocaciucci (un antico corso d’acqua, canale alluvionale, che presenta forte antropizzazione per la presenza di una foce armata) al confine con il Comune di Squinzano (Marina di Lendinuso e zona Canuta). Si tratta prevalentemente di spiaggia sabbiosa bassa con segni di erosione anche significativi.

Figura 7 – Sbocco a mare del Canale Infocaciucci; a destra inizia l’ultimo tratto di costa prevalentemente caratterizzato da spiaggia bassa sabbiosa.
La costa di Torchiarolo si colloca all’interno della Sub Unità Fisiografica S.U.F. 4.3 “Torre Cavallo – Porto di Otranto”, con una lunghezza litorale stimata di ca. 99 km, all’interno della Unità Fisiografica U.F. 4 “Brindisi-Otranto”. Nella Sub Unità negli ultimi decenni si è avuto un forte deficit sedimentario con una generale tendenza all’arretramento della linea di riva. Il deficit è imputabile alle notevoli sistemazioni dei terreni, all’aumento dell’uso del suolo e alla forte antropizzazione, infatti, numerosi sono gli insediamenti abitativi realizzati negli ultimi decenni nella fascia costiera. Al fenomeno erosivo ha contribuito certamente anche l’innalzamento del livello medio mare che, negli ultimi 50 anni è stimato di circa 9 cm e può aver determinato un arretramento della linea di riva dei litorali sabbiosi compreso tra 4,5 e 9 m, valore significativo per i litorali che avevano una larghezza della spiaggia emersa di poche decine di metri e per le spiagge sabbiose al piede di coste rocciose o di falesie. Lungo il litorale gli arretramenti della linea di riva sono evidenziati dalla scomparsa dei sedimenti dagli speroni rocciosi che delimitano le insenature e dal loro affioramento (fig. 8).

Figura 8 – Evidenze di dissesti recenti nel Comune di Torchiarolo, assenza di una spiaggia al piede della falesia che funga da protezione contro l’azione del moto ondoso.
Inoltre in alcuni tratti fortemente antropizzati e con una larghezza della spiaggia emersa molto ridotta gli arretramenti della linea di riva, specie nella stagione invernale e in concomitanza di mareggiate significative, sono tali che il moto ondoso investe direttamente le infrastrutture stradali e/o abitazioni realizzate sulla fascia costiera (fig. 9).

Figura 9 – Infrastruttura stradale direttamente interessata dall’erosione operata dal moto ondoso per assenza di spiaggia al piede.

null
PROPOSTA PROGETTUALI CONNESSIONI ECOLOGICHE

Le proposte progettuali sono state elaborate cercando di soddisfare gli obiettivi del concorso con particolare riferimento al “Rafforzamento delle connessioni ecologiche tra le aree di maggior pregio ambientale (Canale infocaciucci, oasi naturalistica “Quatina”, Dune di Torre San Gennaro)”. Pur in ambito prevalentemente urbano, l’obiettivo principale sarà quindi quello di individuare sul territorio del Comune di Torchiarolo le caratteristiche della rete ecologica presente, intendendo con tale termine il sistema interconnesso composto da nodi e legami che permette la dispersione ed i flussi migratori di specie vegetali e animali nell’area. Nel paesaggio i nodi sono rappresentati, per ciascuna tipologia di elemento, da quelle strutture di forma più o meno compatta, aventi un minore rapporto perimetro/area, rispetto ad altre, che costituiscono i legami, gli elementi di interconnessione fra i nodi, caratterizzate invece da un maggior sviluppo longitudinale, e quindi aventi, a parità di superficie, un maggiore rapporto perimetro/area. L’approccio deriva, tra l’altro, dal considerare le reti ecologiche quali strutture portanti della biodiversità (Firbank, 1997).
Nel nostro caso i nodi principali sono costituiti dai nuclei di naturalità individuati dalle indicazioni progettuali del concorso (Zona umida “Quatina”, sistema dunale Lido Presepe, zona umida presso canale Infocaciucci), mentre i legami sono costituiti nel nostro caso dalla linea di costa tra la zona nord e sud dell’abitato e dal canale Infocaciucci, quale legame con le aree interne
In base a queste considerazioni, le proposte progettuali si concentreranno sul potenziamento dei nodi, quali punti fondamentali di concentrazione e dispersione di naturalità, e sulla riduzione di antropizzazione della fascia costiera, senza dimenticare l‘ambito urbano del contesto, in cui va rispettata la possibilità di fruizione da parte degli abitanti.

null
ZONA UMIDA QUATINA

La zona umida Quatina, pur essendo stata negli anni notevolmente ridotta di superficie per sconsiderati interventi di bonifica, mantiene ugualmente una rilevante importanza dal punto di vista di conservazione della natura, come detto nel capitolo precedente. La possibilità di ripristinare nuove superfici con zone d’acqua aperta e canneti con tecniche ampiamente sperimentate in tutta Europa, esula dal presente progetto sia per gli elevati costi, che andrebbero ad assorbire le risorse previste per l’intero progetto, sia per gli obiettivi del concorso che riguardano una rigenerazione e un rafforzamento delle connessioni ecologiche dell’intero sistema naturale degli abitati delle marine del Comune di Torchiarolo. Potrebbero invece essere attivati dal Comune stesso progetto appositamente finanziati dalla Comunità Europea rivolti alla salvaguardia di ambienti di particolare interesse conservazionistico.
Pur non potendo quindi intervenire sul vero e proprio ripristino della zona umida, la proposta progettuale prevede di creare una fascia boscata al limite nord, nord-ovest dell’area (vedi tavole di progetto), attualmente caratterizzata da un incolto, con l’obiettivo di favorire la formazione di una zona ad elevata naturalità che contribuisca anche a costituire una fascia cuscinetto tra l’abitato e la zona umida.
Le modalità di impianto saranno quelle, già ampiamente sperimentate in campo forestale, di mettere a dimora le piantine in file curvilinee, per ridurre l’aspetto artificiale dell’impianto, distanti circa 3 metri una dall’altra, con sesto d’impianto sulla fila di circa 1 metro. Questa modalità oltre a facilitare la manutenzione nei primi anni d’impianto, favorisce un rapido ricoprimento del terreno sulla fila e un rapido affrancamento delle piante stesse che instaurano allo stesso tempo una naturale competizione tra di loro, favorendo, così, in pochi anni le piante dominanti rispetto a quelle dominate. L’intervento riguarda circa 1,5 ha, e saranno utilizzate circa 4.500 piantine, fornite in fitocella, di età 1 max 3 anni, e dovranno provenire esclusivamente da vivai autorizzati ai sensi del Dec. Lgs. 386/2003, ed avere un certificato di provenienza o di identità clonale.
Le specie utilizzate e le relative percentuali da utilizzare nell’impianto sono riportate di seguito:
Populus alba, Populus canescens, Populus nigra, Quercus ilex, Fraxinus angustifolia, Fraxinus ornus, Ulmus minor, Tamarix gallica, Prunus mahaleb, Morus alba, Crataegus monogyna, Prunus spinosa, Rosa canina, Pistacia lentiscus, Rhamnus alaternus, Phillyrea angustifolia, Viburnum tinus.
Un intervento simile, ma avente l’obiettivo di collegare la naturalità della duna con quella della zona umida, è localizzato a nord-est dell’area Quatina tra l’area naturale e Viale della Duna, come da elaborati cartografici allegati. L’area d’intervento, attualmente incolta, si sviluppa su circa 1.000 metri mq di superficie. Le specie utilizzate, prevalentemente arbustive, saranno:
Populus alba, Quercus ilex, Tamarix gallica, Tamarix africana, Junyperus macrocarpa, Pistacia lentiscus, Rhamnus alaternus, Phillyrea angustifolia, Viburnum tinus, Cistus monspelliensis, Juncus acutus.

null
ZONA DUNALE

Il sistema dunale di Lido Presepe è caratterizzato da una ampia fascia di vegetazione tipica di queste zone sabbiose, interrotta da numerosi e sconsiderati attraversamenti pedonali utilizzati anche da mezzi motorizzati. Per la sua salvaguardia deve devono essere innanzitutto realizzate opere che impediscano il transito sulla duna dei mezzi motorizzati e regolamentino quello pedonale, insieme a opere che favoriscano il naturale ripascimento della duna.
Quindi insieme a una necessaria staccionata perimetrale e robusti dissuasori di transito posti nei punti di passaggio attuale, accompagnati da apposita cartellonistica divulgativa sull’importanza di salvaguardare la duna, saranno realizzate opere di ingegneria naturalistica per favorirne il naturale ripascimento ed in particolare:
Barriera basale in viminata – Intervento realizzato con pali e verghe di castagno, come da figure riportate di seguito (Figure 1 e 2), localizzate sul fronte mare della duna, per favorire il deposito della sabbia trasportata dai venti marini. Tale intervento permetterà in pochi anni di creare nuovi cumuli di sabbia a monte della viminata e permettere all’Ammofila, ma anche alle altre specie colonizzatrici, di espandersi su questi nuovi accumuli di sabbia. La struttura lignea della viminata servirà inoltre da barriera per sfavorire il calpestio della duna.

Figure 1 e 2 – sezione e prospetto di barriera basale in viminata (da Manuale di indirizzo delle scelte progettuali per interventi di Ingegneria naturalistica – Ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio, 2005)
Schermi frangivento a scacchiera – Sono strutture lignee permeabili al vento e disposte a scacchiera (Figura 3) nelle aree maggiormente amie e danneggiate all’interno del sistema dunale. Hanno l’obiettivo di favorire la deposizione delle sabbie grazie alla riduzione dell’energia cinetica di trasporto e la conseguente creazione di un nuovi accumuli sabbiosi. Questi schermi, ancorché realizzati con materiale fragile (cannucciato), sono comunque in grado di “armare” il deposito grazie al fitto telaio costituito da materiale per la maggior parte biodegradabile. La vegetazione grazie ad essi trova condizioni favorevoli al proprio sviluppo evolvendo e provvedendo progressivamente all’accrescimento ed alla stabilizzazione del deposito stesso. Questi schermi frangivento, poi, oltre alla iniziale protezione meccanica diretta, determinano un’azione positiva sulla vegetazione legata al trattenimento di materiale vegetale (semi, propaguli, ecc.) trasportato dal vento, in grado di arricchire in sostanza organica la sabbia dunale, e ancor di più alla condensazione ed al trattenimento dell’umidità atmosferica (piogge occulte), che in ambiente dunale costiero rappresenta un elemento ecologico di particolare portata fitologica.

Figura 3 – Schermi frangivento a scacchiera in fase di realizzazione (Foto L. Forte)

null
CANALE INFOCACIUCCI E AREA UMIDA ADIACENTE

Lo storico canale Infocaciucci, sarà oggetto di intervento di recupero tramite la creazione di una “greenway” che costeggiando il canale in sponda sinistra permetta di raggiungere in bicicletta l’abitato di Torchiarolo. Adiacente alla pista ciclabile, dove possibile, sarà realizzato un filare di specie arboree autoctone, anche di interesse agricolo, con lo scopo di costituire una connessione ecologica tra il mare e le zone interne e migliorare paesaggisticamente l’intervento (Figura 4).
Per quanto riguarda la piccola zona umida adiacente al canale Infocaciucci, si prevede una sua riqualificazione tramite la sua perimetrazione con staccionata e posa di apposita bacheca in legno con pannello divulgativo (Figura 5). L’obiettivo è in particolare quello di sensibilizzare i cittadini al rispetto di queste zone di particolare valore conservazionistico.

Figura 4 e 5 – esempio di pista ciclabile